IL BLU NOTTE NEL MITO
Notte o Nyx (in greco antico: Nύξ, Nýx, "notte") è una delle divinità primordiali della mitologia greca.
Secondo la Teogonia di Esiodo, Notte era figlia di Caos, mentre nella cosmogonia orfica era figlia di Phanes; nelle Fabulae, Igino la dice figlia di Caos e di Caligine. Sempre secondo Esiodo, Notte era la personificazione della notte terrestre, in contrapposizione al fratello Erebo, che rappresentava la notte del mondo infernale. Era inoltre contrapposta ai suoi figli Etere (la luce) ed Emera (il giorno).
Notte era una delle divinità più antiche, e dimorava nell'Ade; secondo Omero, anche Zeus ne aveva paura.
Questa divinità fu ripresa nella mitologia romana con il nome di Nox.
In tutte le civiltà possiamo denotare l'utilizzo di termini dal doppio significato
riferiti a tale tinta, significato che si riferisce da un lato al
blu-nero e dall'altro al blu-verde. Il colore blu non fu molto amato dai
Romani, infatti era il colore degli indumenti di Barbari e Britannici
(colore 'del guado'). Per il resto era molto utilizzato nelle pitture e
negli sfondi dei bassorilievi (soprattutto nei templi greci), derivato
da guado, pastello, lapislazzulo (il più prezioso), sambuco, malva,
bacche di mirtillo nero...
COLORE - SIGNIFICATO:
BLU=
L'eternità, la verità, la devozione, la fede, la purezza,
la castità, la pace, la vita spirituale e intellettuale, queste sono
alcune delle associazioni che appaiono in molte culture diverse
esprimendo la sensazione generale che il blu è il più freddo, più
distaccato e meno "materiale" tra le varie tonalità. La Vergine Maria e
Cristo sono spesso raffigurati con il blu, che è anche la caratteristica
delle divinità del cielo incluso Amon in Egitto, la Grande Madre dei
Sumeri, il greco Zeus (Giove per i Romani), la Indra indù, Vishnu e la
sua incarnazione dalla pelle blu Krishna.
- EGITTO -
Le uniche testimonianze dell'uso di tale colore in ambito funerario
sono costituite da parti di figure sacre (Osiride), e in parti di tombe
(quella di Tut-ank-amon in Egitto), (il soffitto dipinto a immagine di
cielo stellato in una tomba a Creta, Grecia); si hanno anche
rappresentazioni di dèmoni azzurri, si suppone tellurici e marini.
Nut o Nuit è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto ed era la dea del cielo e della nascita, in contrasto con la maggior parte delle altre mitologie, che solitamente hanno un padre celeste.
La leggenda narra che Geb (la terra) e Nut (il cielo) erano in origine uniti, fino a quando il dio Ra, contrariato per questa unione, ordinò a Shu di dividerli, creando lo spazio tra cielo e terra. Nut, proprio in quella occasione, formò la volta celeste, sostenuta da Shu, che però fu costretto a conservare perennemente quella posizione. Si pensava che il dio-sole, Ra, nel suo viaggio notturno, fosse da lei ingoiato dopo il tramonto, per essere partorito di nuovo all'alba. Nello stesso modo, Nut divorava e faceva rinascere le stelle, e per questo motivo era considerata una divinità legata alla resurrezione. Come tale si trova spesso raffigurata all'interno dei sarcofaghi.
La sua pelle è, solitamente, blu perché questo colore simboleggia la vita e la rinascita; le ali, talvolta raffigurate, rappresentano la protezione lungo il viatico della morte; le stelle che ricoprono il suo corpo rafforzano l'immagine del cielo e simboleggiano le anime dei morti. Quando la sua pelle è giallastra, vuol dire che è stato evidenziato il suo aspetto di essere immortale, di dea Madre da cui tutti hanno origine. La sua posizione inarcata esemplifica il suo potere nel cielo e sugli oggetti celesti.
- CULTURA EBRAICA -
Secondo la tradizione Lilith fu la prima sposa di Adamo e fu da questo scacciata perché pretendeva di essere pari al marito. Esule nel deserto, divenne la sposa del demone Samael (che rappresenta il vento polveroso del deserto), un chiaro riferimento alla condizione dell'uomo soggetto a Lilith, cioè impotenza, sottomissione e debolezza. Nel deserto ricevette tre visite di tre angeli con la missione di ricondurla nell'Eden, ma lei rifiutò. Per punizione, ogni giorno uno dei suoi figli sarebbe morto. Così, per odio contro i figli di Eva, passò i suoi giorni ad uccidere i neonati nella culla togliendogli il fiato. Da ció deriva la tradizione, rimasta fino all'Ottocento, di disegnare un cerchio magico intorno alla culla coi nomi degli arcangeli protettori contro Lilith. Inoltre viene accusata di tentare giovani uomini nel sonno provocandogli le eiaculazioni notturne con cui genera i demoni (i jinn della tradizione araba).
Lilith, in Mesopotamia, è conosciuta come un demone notturno, impegnato nell'arrecare danno ai bambini di sesso maschile. Lilith deriva dalla parola sumera lil (=vento), e non dalla parola ebraica laylah (=notte). In seguito diviene un demone femminile che nella mitologia ebraica rappresenta tutti gli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria. Presente nel testo della Genesi versione ebraica è quasi del tutto assente dalla versione cattolica; viene unicamente nominata in Isaia 34,14,dove viene descritta come un demone del deserto. Non viene mai indicata nella sua qualità di prima donna ad essere generata.
LILITH NEL CATTOLICESIMO
Un residuo della sua esistenza si trova in Isaia 34, dove troviamo Gatti selvatici si incontreranno con iene, satiri si chiameranno l'un l'altro; vi faranno sosta anche le civette e vi troveranno tranquilla dimora. Ma il termine
civette è la traduzione di Lilith, che indica un demone femminile che abita nelle rovine e si nutre di morte e distruzione. Anche in questa versione è responsabile della morte dei neonati, così si trovava una giustificazione alle numerose morti nei primi 20 giorni di vita. Durante il medioevo comincia a disegnarsi la figura di prima moglie, o meglio di prima amante, di Adamo. Questi per più di un secolo avrebbe avuto rapporti sessuali con demoni femminili, che erano sterili, ignorando Eva. Quando finalmente si unì alla sua legittima sposa e generò dei figli, Lilith si trasformò in un demone predatore di culle.
- BUDDHISMO -
Il "corpo arcobaleno" indica il risveglio del sè interiore alla completa conoscenza terrestre cui è possibile accedere prima di salire oltre la soglia dello stato di Nirvana.
Pancha-Varna: il buddhismo tratta 5 colori fondamentali come i cinque buddha trascendentali, personificazioni degli aspetti astratti del Buddha, tutti caratterizzati da un colore:
Akshobhya- Blu -> trasforma la rabbia (nero) in saggezza
Il riferimento ai cinque colori è stato fatto anche in un contesto completamente diverso, vale a dire nel processo di purificazione e potenziamento degli organi di senso ( blu = orecchie).
- TIBET -
Nei mandala tibetani il blu simboleggia la condizione in cui si è superato il turbinio delle passioni e la coscienza può esaminare ogni cosa con chiarezza; secondo Jung il blu significa altezza e profondità, il cielo infatti è lontano e si spinge fin dove lo sguardo può arrivare come l’oceano e, nella natura, il blu ci parla di realtà molto più grandi della nostra dimensione umana, un pò come nell’iconografia luciferiana dove i demoni (intesi come entità elevate e non negative secondo la credenza cattolica) appaiono contornati da un aura azzurra. I primi cristiani collegavano il blu a Dio Padre mentre oggi è il colore della Madonna il simbolo del femminile e elle qualità ad esso connesse come la compassione, la devozione, la fedeltà, qualità materne associate alla Vergine Maria che incarna l’ideale della madre perfetta.
Il blu come archetipo materno positivo deriva dalla nostra storia biologica prima di nascere infatti siamo creature dell’acqua in una soluzione simile a quella del mare da cui originò la vita, come simbolo dell’acqua il blu suggerisce altri significati, pulisce, nutre , rinfresca, purifica, trasforma le sostanze dissolvendole, le rende mescolabili.